Nuovo dispositivo a LED per la cura dei tumori

   

LED per la cura dei tumori: Gli scienziati della Waseda University, del National Defence Medical College e della Japan Science and Technology Agency in Giappone hanno sviluppato un dispositivo per l’emissione di luce bioadesivo, alimentato senza fili, che potrebbe trattare meglio i tumori negli organi delicati. Hanno pubblicato i loro risultati in Nature Biomedical Engineering.

LED per la cura dei tumori

La terapia fotodinamica convenzionale induce la morte delle cellule tumorali utilizzando agenti fotosensibilizzanti che si localizzano nei tumori e si attivano con l’esposizione a una lunghezza d’onda specifica della luce. Negli ultimi anni, la terapia fotodinamica a basse dosi e a lungo termine (terapia fotodinamica metronomica, mPDT) ha mostrato risultati promettenti nel trattamento dei tumori negli organi interni. Il problema con mPDT è, tuttavia, che l’intensità della luce estremamente bassa (1/1000 del metodo convenzionale) significa che non è possibile ottenere effetti antitumorali se la sorgente di luce si sposta anche leggermente lontano dal tumore.

Nel presente studio, i ricercatori guidati dal professore associato Toshinori Fujie della Waseda University e i suoi collaboratori hanno sviluppato un dispositivo optoelettronico alimentato senza fili che si fissa stabilmente sulla superficie interna di un tessuto animale come un adesivo con fogli di carta bioadesiva ed elastica.

I nanosheet sono modificati con una polidopamina polimerica a base di proteine ​​adesive di cozze, che può stabilizzare il dispositivo su tessuto animale bagnato per più di due settimane senza sutura chirurgica o colla medica. I chip diodi emettitori di luce nel dispositivo sono alimentati in modalità wireless dalla tecnologia di comunicazione near-field. Per testare l’efficacia del loro dispositivo, i ricercatori lo hanno impiantato in topi portatori di tumore che erano stati iniettati con un agente fotosensibilizzante (photofrin).

I ricercatori hanno quindi illuminato i tumori per dieci giorni consecutivi con luce rossa e verde di intensità circa 1000 volte inferiore rispetto agli approcci PDT convenzionali.

Hanno scoperto che la crescita del tumore era significativamente ridotta, specialmente sotto la luce verde, in cui i tumori in alcuni topi erano completamente sradicati.

“Questo dispositivo può facilitare il trattamento di microtumori difficili da individuare e lesioni localizzate in profondità che sono difficili da raggiungere con la fototerapia standard, senza doversi preoccupare del rischio di danneggiare i tessuti sani con il surriscaldamento”

ha affermato Fujie.

“Inoltre, poiché il dispositivo non richiede la sutura chirurgica, è adatto per il trattamento del tumore vicino a nervi e vasi sanguigni importanti, così come per organi fragili, che cambiano la loro forma, o che si muovono attivamente, come il cervello, il fegato e pancreas. “

 

Fonte: Waseda University;  Disclaimer: questo articolo non riflette necessariamente le mie opinioni o di tutto lo staff.

 

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